lezioni di mammita'

Il valore dell’attesa

3 Commenti 29 Aprile 2014

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Non so i vostri, ma i miei bambini hanno enormi difficoltà a comprendere la parola: “Aspetta”.
A noi capita spesso che a cena non si riesca a scambiare due parole tra adulti. Non appena cerchiamo di raccontarci qualche avvenimento della giornata o intavolare una discussione su qualcosa che ci preme, siamo costantemente interrotti da richieste più o meno urgenti. Fino a un certo punto entrambi abbiamo messo da parte le nostre necessità in favore dei bambini, ma ci stiamo rendendo conto che per noi non c’è nessun momento di recupero e che i bambini hanno iniziato a dare per scontato che ogni loro estemporaneità abbia la precedenza anche su discorsi seri tra genitori.
Mi sono chiesta se sia giusto, per noi e per loro.

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3 Commenti fin'ora

  1. firmatocarla ha detto:

    Secondo me il valore dell’attesa è parte della soddisfazione nel momento della risposta alla loro richiesta. Sarà che qui siamo in cinque, ma la parola “aspetta” si sente di frequente…
    Eppure è sufficiente giustificare con una spiegazione (“sta parlando tuo fratello, un attimo che finisce”… oppure “ascolta anche tu che papone ci racconta cosa è successo oggi sul camion”). Così l’attesa acquisisce un significato, innanzitutto di condivisione.
    Caspita, ma sai che fino ad ora lo facevamo, ma non mi ci ero mai soffermata sopra?

    • caia coconi ha detto:

      ne sono convinta!
      e a volte fa anche bene soffermarsi su un aspetto e darsi una bella pacca sulla spalla 😉


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  1. Il meglio della settimana 19 | MammaMoglieDonna - 11 Maggio 2014

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