Era ormai tempo che ci pensavo e sentivo che ne avevo bisogno.
Smettere di allattare, riprendermi il mio corpo abitato da quasi cinque anni. Detta così sembra paradossale, ma è la verità. Da quando sono rimasta incinta di Momo, nell’autunno del 2008 il mio corpo si è prestato unicamente alla vita. Ho portato e nutrito, a ciclo continuo. Quando Momo non ha più preso la nenna io ero già incinta.
Smettere di allattare Dado, sapendo che non ci sarà un’altra volta, è stato faticoso. Prima pensarlo, maturarlo, sceglierlo e definirlo. Poi farlo.
Ma poi sabato mattina ero sotto la doccia a spremere quel tessuto vivo fuori da me.
Mi cavalcavano tempie e schiena pensieri liquidi e controversi. Cercavo meccanicità e manualità pura, estrema ed estrinseca.
E intanto da uno spiraglio di emotività si faceva largo e mi inondava un amore totale e appagante per quelle due creature che ho generato e non mi appartengono più — se mai portarle in grembo sia stato possederle.
Così un piccolo barlume di conoscenza si è fatto solido e inalterabile.
Chi sono, perché sono qui di passaggio. Tutto in quel latte che mi ha traghettato madre.
“E intanto da uno spiraglio di emotività si faceva largo e mi inondava un amore totale e appagante per quelle due creature che ho generato e non mi appartengono più — se mai portarle in grembo sia stato possederle.”
Smettere di allattare è stato per me come tagliare un secondo cordone. Il primo giorno di asilo il terzo cordone… e via dicendo.
Una serie di cerchi concentrici che mi sembrano allontanare le “mie” bimbe sempre più da me. Ma forse no. Giusto?
e boh. staremo a vedere 😀
Anche a me i “punti di non ritorno” fanno tremare. cerco di tranquillizzarmi pensando che si tratta di passaggi necessari. dolorosi a valte, ma evidentemente necessari.
E.