Siamo solite relegare le attività domestiche a momenti di solitudine o – peggio – di forzata reclusione mentre il resto della famiglia si gode qualche ora di sole al parco. Obbiettivamente i bambini sono spesso di intralcio se si vuole fare un buon lavoro, rapido e indolore. E non parliamo dei mariti che mettono bocca su tutto quello che viene fatto, su quello che si butta e invece dovrebbe essere recuperato, su quello che vogliamo conservare e invece sarebbe ora di cestinare, sull’ordine o il disordine, sul metodo di lavoro più proficuo, ma noioso.
Non parlo del mio, ovviamente – che mi legge e potrebbe riconoscersi: no, amore, non parlo di te, perché quest’anno le pulizie di primavera le farete voi, sì, tu e i bambini, mentre io sarò costretta a togliermi dai piedi per darvi l’agio di gestire la situazione.
Come?
Eccovi un post a uso e consumo di famiglie con bambini collaborativi impegnate nelle pulizie di primavera.
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Ma un romanzo dopo il manuale che hai pubblicato non lo scrivi? Sei troppo brava, io li leggerei tutti i tuoi libri!
grazie duda 🙂
vedremo, io scrivo tutti i giorni, poi magari chissa’ 🙂
ecco…giusto per quelle ho il terrore che arrivi la primavera 😉
ah…un’altra cosa:
ma quanto assomigli a Inès de la Fressange?!!!
ah, scusa, ovviamente a parità d’età (non adesso)!
hahaha ma grazie marta, anche della precisazione 😉
ma e’ un complimento talmente bello che va bene anche a eta’ differite 😛