lezioni di mammita'

la verità tutta la verità sul nido

21 Commenti 09 Settembre 2010

momo gioca con il contenuto della mia borsa e io faccio finta di non vedere.
ho voglia di scrivere questo post che avevo in testa da tempo e quindi ci provo.
non ho quasi mai parlato del nido e voglio raccogliere le idee per un attimo.
leggo tante opinioni di mamme al riguardo, dalle convinte della necessità di socializzare sin dai sei mesi di vita, alle refrattarie all’idea di far frequentare persino una scuola materna. poi ci sono le varie sfumature, da quelle che fanno la scelta di tenere i bimbi a casa fino ai tre anni o di mandarli al nido a cinque mesi per necessità economica o professionale, a quelle che vorrebbero ma non possono, a quelle come me che hanno cambiato bandiera un giorno sì e l’altro pure. finché non ho capito che avere un’opinione a priori sul nido è impossibile. perché dipende dal bambino, dipende dalla mamma, dipende dalla famiglia (papà, nonni e aiuti vari), dipende dal nido.
quando ero incinta ero abbastanza convinta di mandarcelo presto. avendo trascorso la gravidanza a new york dopo che avevo lasciato il mio lavoro, pensavo che una volta partorito, avrei avuto voglia di rituffarmi subito nel mondo del lavoro. come se una volta che mi fossi “svuotata” fisicamente di momo, non avrei sentito quella morsa di dipendenza (la mia verso di lui, e viceversa). poi è nato e per sei mesi non sono riuscita neanche a pensare di allontanarmi da lui anche per pochi minuti. neanche sapendo di lasciarlo con la persona che forse più di me avrebbe garantito la sua massima sicurezza, suo padre. a chi mi chiedeva rispondevo infastidita che non ne avevamo bisogno perché finché io non avessi avuto un lavoro, o una qualsiasi impellenza, lui stava meglio con me che con chiunque altro. e questo lo penso ancora. penso che momo fino a un anno non avesse bisogno di nient’altro. io però sono arrivata all’inizio della primavera che non mi reggevo in piedi, ero talmente stanca che mi arrabbiavo spesso con lui e facevo tanta, tanta fatica. momo è oggettivamente un bimbo molto vivace. non sta un attimo fermo, giocherebbe autonomamente, ma non ha il senso del pericolo e non recepisce i divieti. io sono quasi sola qui. mia madre e mia sorella sono lontane, quindi non posso contare su quegli aiuti che anche se circoscritti a brevi momenti, rappresentano dei sollievi quotidiani. e quindi non ce l’ho fatta. per quanto il distacco (anzi, solo l’idea del distacco) mi struggeva, e mi strugge ancora ogni mattina, non ce la faccio. è troppo per me. una giornata intera, tutte le pappe, i pannolini, le richieste, le regole, tutti gli addormentamenti, riposini e nanna notturna, tutti i risvegli notturni e poi di nuovo altre giornate intere, una dietro l’altra. non ce la facevo, non ce la faccio da sola. ho bisogno di tregua. ho bisogno di un po’ di me, e basta.
inoltre abbiamo la fortuna di avere a disposizione un’ottima struttura montessoriana, che dopo aver visitato e dopo averne conosciuto le educatrici, mi ha fatto molto rasserenare rispetto all’idea di affidarvi momo.
l’inserimento è stato lungo e graduale, benché il primo mese a maggio/giugno fosse dovuto andare solo fino a mezzogiorno e mezzo. adesso, dal primo settembre ha ricominciato, ma fra qualche settimana prolungherà fino alle 14,30.
ogni mattina piange a dirotto, stende le manine verso me e grida. ma ogni mattina smette sempre prima di piangere e inizia le sue attività. in genere piange anche quando lo vado a prendere. appena mi vede si emoziona talmente che scoppia in lacrime. io stento a trattenere le mie anche adesso mentre ne scrivo. però andiamo avanti. anche attraverso queste esperienze ci stiamo conoscendo, scopro aspetti del suo carattere di cui sono orgogliosa, altri che mi creano apprensione, altri che non mi sarei augurata per il suo bene (quello che io credo sia il suo bene, poi magari per lui…), altri che gli invidio.
e sin dal primo momento mi sono resa conto che non gli stavo togliendo nulla, che in un tempo ridotto e con la giusta gradualità questa esperienza poteva arricchire il suo bagaglio.
ancora adesso credo che la socializzazione non c.entri nulla. a un anno un bambino non socializza con i coetanei, nella maniera in cui intendiamo noi adulti. i bambini si attraggono, ma dura poco. e comunque sono convinta che ci sia tempo per socializzare con gli altri e non è detto che un bimbo che va al nido a sei mesi diventi un estroverso e uno che sta coi nonni diventi chiuso. quello è carattere e nessun adulto, nessun asilo può davvero plasmarlo. però nel nostro caso specifico credo che a momo possa far bene relazionarsi a persone diverse da me che hanno con lui un altro approccio, meno affettivo, per quanto affettuoso.
ieri per esempio, dopo una settimana di rifiuto del cibo lì al nido, la sua educatrice ha deciso di fargli capire chi comanda lì dentro. momo ha rovesciato a calci il tavolino, le ha scaraventato una ciotola di minestra in faccia e ha tirato per aria tutto ciò che trovava, ma alla fine ha mangiato DA SOLO primo, secondo, contorno e frutta. io ci ho messo sette mesi per raggiungere questo risultato.
e poi, per quanto io giochi molto con lui, per quanto mi piaccia studiare e leggere al riguardo, credo che i giochi strutturati che gli fanno fare lì possano dargli qualcosa di alternativo a quello che trova in casa, quindi ben venga.
bilancio positivo, ma quant’è dura ogni mattina!!!

I tuoi commenti

21 Commenti fin'ora

  1. rosa ha detto:

    ho letto il post tutto d'un fiato, perché anche io in questi giorni sto vivendo l'inserimento al nido della mia pupa. e mi sono ritrovata. ho ritrovato i lacrimoni di B quando ci distacchiamo all'entrata e quando ci riabbracciamo all'uscita. e ritrovarcisi, noi mamme lo sappiamo,fa un gran bene!

  2. Serena ha detto:

    Carissima Caia, ti capisco. Il mio Vikingo non ha pianto i primi mesi al nido (quando ha inziato aveva circa 13 mesi), ma ha iniziato a piangere qualche mese più tardi. E' stato pesante. L'unica consolazione era quella di sapere che avrebbe smesso dopo poco. Lo sai che lui sente la tua apprensione vero? Cerca di rilassarti e di aiutarlo a vedere che tu non sei triste per il fatto che lo lasci li. Prova a parlargli. A dirgli con parole semplici che anche tu senti la sua mancanza quando non state insieme, ma che è bello poi incontrarsi di nuovo e abbracciarsi. Diglielo anche se lui forse non capisce tutte le tue parole. Poi però non farti troppi problemi. Quel tempo di distanza tra voi due ti è necessario, e ti aiuta ad essere una madre migliore. Quindi prenditelo con leggerezza. Un abbraccio forte

  3. Serena ha detto:

    Già che ci sono ti spammo anche con un paio di link, nella speranza di essere un pochino di aiuto:

    Inserimento al nido: il distacco

    La magia del calendario

    La mia esperienza personale poche settimane fa, l'ho raccontata qui Inserimento al nido. Tre giorni in un asilo svedese
    Spero di essere stata di aiuto.
    Un abbraccio a tutte le mamme nel pieno dell'inserimento!

    Serena

  4. Trasparelena ha detto:

    Mi sono rivista in ogni parola relativa all'inserimento, pure se io l'ho fatto alla materna e non al nido. Anche la mia il primo mese piangeva quando la andavo a prendere, tanto che alla fine mandavo mia madre a prenderla, dato che con lei non piangeva.
    Io credo che la socializzazione dall'anno per i bimbi sia importante. La mia non è andata al nido però verso l'anno si è fatta comunque degli amici in cortile che vede ancora adesso tutti i giorni per parecchie ore, e con alcuni abbiamo chiesto alla materna che fossero in classe assieme. Ed è MERAVIGLIOSO vedere come i bambini si cerchino, e si abbraccino quando non si vedono per tanto tempo!
    E non è la stessa cosa che farla incontrare con i figli dei nostri amici: quelli non sono amichetti che si è scelta e per quanto ci vada d'accordo non è la stessa cosa.

  5. Ondaluna ha detto:

    Coraggio MammaCaia, sei forte, di quella forza che io non ho ancora trovato. Ho tempo fino a Gennaio, poi devo decidermi.
    Hai tutto il mio sostegno, perché so che è dura, ma hai capito quanto bene possa fare ad entrmbi questa strada in salita.

    PS: ti ho mandato la mail per la mia "ricerca"?
    http://ildiariodiondaluna.blogspot.com/2010/08/la-voce-delle-mamme.html

  6. MammaMaggie ha detto:

    Questo post mi ha fatto bene. Superbaby, un anno tra due settimane, inizierà l'inserimento alla fine del mese, ma già alla riunione dei genitori ero tesissima e mi è scappata una lacrima. Leggerti mi ha ridato respiro, anche perché in questo momento vivo l'assedio di genitori e suoceri, piuttosto contrari all'esperienza, che ritengono prematura. Comunque, come dice il Dottor Ross, ho la sensazione che sarò io a dover fare l'inserimento: quando siamo andati al colloquio individuale abbiamo portato anche SB, che si è subito messo a scorrazzare per la stanza, giocando con tutto e divertendosi molto. Ogni tanto si avvicinava a me, poi andava dall'educatrice, si aggrappava alla sua sedia, si tirava su e le dava un colpetto sulla gamba per attirare la sua attenzione, ricompensandola con un sorriso a 8 denti, ovvero tutti quelli che ha. Spero che andrà bene, ma è importante per me poter condividere le esperienze di altre mamme. Grazie, a presto.

  7. PaolaFrancy ha detto:

    sono stra-d'accordo con te. il nido non serve assolutamente per la socializzazione. il nido serve alle mamme. e ben venga.
    quando francesco era piccolo, abitavo ancora vicina a mia mamma e l' ha curato lei fino ai 3 anni. quindi non ho avuto grossi problemi, sinceramente.
    ma se mi fossi trasferita prima, non avrei avuto alternative.
    però – e te lo dico proprio oggi che francesco non può andare all' asilo per una malattia infettiva e mia mamma è ricoverata per un mal di schiena immobilizzante – da sole non ce la si fa. almeno a lungo termine.

    paola

  8. solitaMente ha detto:

    Vai avanti così! Non ho altro da dire … perchè è giusto così! Si è mamma e figlio/a e quindi due persone diverse e che devono crescere anche stando "separati" per un pò.

  9. Cocchina ha detto:

    Presente! anch'io in pieno inserimento! il mio piccolo è però più grande, ha già 2 anni e forse il discorso (anzi, senza forse)socializzazione/ integrazione/ imitazione/ apprendimento è diverso. Di uguale c'è quella grande fatica che si fa nel lasciarlo in mano ad altri: oggi per la prima volta ha mangiato lì e a casa, mentre lo raccontavo a mio marito, mi sono trovata a piangere…"perchè piangi?" "perchè…perchè lui è mio! è stato dentro di me, capisci? dentro, non accanto, vicino….dentro!" e ora afferro che è e sarà sempre più "fuori" da me!

  10. Tatina ha detto:

    è dura! tanto dura! La prima settimana è andata e io mi ritrovo ad essere ancora così negativa sulla questione. Non so se stiamo facendo la scuola giusta… sono super critica… l'asilo inizialmente mi aveva fatto un'ottima impressione ora mi sembra così discutibile… mi dicono che passerà… io aspetto! intanto mi fa bene sentire altre esperienze. Grazie Caia!

  11. Piccolalory ha detto:

    E' un bellissimo post, sincero, onesto… io faccio affidamento sui nonni, ma finisce che ricorro a loro solo per le emergenze e a volte mi sento come ti sentivi tu, senza tregua… ho deciso di optare per uno spazio gioco organizzato qui in città, dal Comune. E' prevista la presenza di un adulto di riferimento ma a Letizia saranno offerti giochi con gli altri bimbi, strutturati, attività che magari non ho il coraggio di proporle a casa, nel costante inseguimento dell'ordine apparente :-), un abbraccio e buon proseguimento di avventura

  12. Silvia ha detto:

    Mi accodo a Paola-francy. I bambini a un anno non socializzano e l'ho scritto gia' qualche mese fa nel mio post il Nido e' un esigenza delle mamme per motivi di lavoro o per necessita' di "staccare". I terro' Carlo con me fino all'anno prossimo quando iniziera' la Materna…potrei cambiare idea solo per necessita' nel caso in cui dovessi trovare un lavoro !!!!!

  13. bismama 2.0 ha detto:

    Quoto Serena. First faceva uguale, non al nido ma alla materna. Sapeva che tasti premere per accendere la mia ansia e lo faceva. un giorno lo feci parlare con un'amica psicologa infantile e lei mi disse quello che sapevo già. Gli riversavo addosso la mia ansia e lui piangeva.
    Il consiglio della psicologa è stato quello di mostrarmi serena e ferma sulle mie decisioni. Di portarlo a scuola col sorriso.
    Pian piano, anche lui si è rasserenato e ha apprezzato la scuola materna

  14. simplymamma ha detto:

    che bel post. hai ragione su tutto. è un'opportunità di crescita, è offrirgli qualcosa di più a loro e a noi per essere più serene nel tempo in cui stiamo con loro senza la stanchezza di 24 ore su 24…è un passaggio…duro… ma fa bene a tutti e due e al rapporto mamma figlio. ti leggo da più di un'anno e riesci sempre a colpirmi perchè riesci a scrivere quello che penso

  15. caia coconi ha detto:

    @serena sagge parole!!! anche se non avevo partecipato alle discussioni avevo letto approfonditamente i tuoi post al riguardo, (siete sempre un punto di riferimento voi genitrici in crescita :D) anzi grazie di aver riportato i link nei commenti, magari a qualcuno farà piacere navigare a tema!

  16. caia coconi ha detto:

    @mammamaggie nella mia esperienza gli esterni (parenti vari) hanno giocato un ruolo di stress aggiuntivo… arginali più che puoi!!!

    @cocchina non ti nascondo che quella sensazione l'ho provata anch'io!

    @tatina comunque resta il fatto che non tutti i nidi e non tutti gli approcci vanno bene per tutti i bambini, quindi è giusto essere critiche, è giusto restare in osservazione e avere dubbi. la sensibilità che scaturisce dal legame coi nostri figli ci può far capire molte cose, oscure ai più.
    in fondo, io mi dico sempre, che le educatrici sono professioniste e le rispetto, ma sempre estranee sono e le tengo sotto controllo, visto che hanno per le mani mio figlio 😉

  17. caia coconi ha detto:

    @piccolalory e infatti come dici anche tu, ognuno poi trova la propria soluzione, adatta alle proprie esigenze!

    @bismama è un lavoro che stiamo facendo quotidianamente… è proprio dura!

    @simplymama grazie dell'affezione!

  18. Bietolina ha detto:

    da mamma ti capisco , da educatrice di nido ti dico grazie 🙂

  19. Serena ha detto:

    Cara Caia non sai quanto sono utili queste tue condivisioni…
    Grazie infinite, adesso mi sento meglio…
    un abbraccio

  20. smurzy ha detto:

    io avrei scritto esattamente le stesse cose!!!! l'inserimento lo vivo proprio come te, con frustrazione per il distacco (anche se lavoro 8 h al di' e lui in realtà sta con i nonni) ma anche la certezza di stargli offrendo altri stimoli.

  21. Veronica ha detto:

    ciao caia.
    è la prima volta che ti leggo e l'effetto sai qual è (specie su questo post)? lacrimoni. grossi grossi.
    ritrovarsi lì scritta, da qualcuno che non conosci, è catartico.
    vado a prendere un fazzoletto, va.


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