lezioni di mammita'

Il primo trimestre — kit di sopravvivenza

0 Commenti 05 Febbraio 2009

io sono sempre stata una che ama le attrezzature. una pigra che preferisce di gran lunga le attività da seduti, ma che quando deve muoversi, le piace farlo in grande stile. e infatti mi ricordo uno fra tutti il set da jenny la tennista per i miei unici tre mesi di permanenza nel circolo sportivo cittadino: racchetta, 6 palline, borsone nuovo di zecca con tasca estraibile per palline, scarpe da ginnastica con suola adatta per lo sport in questione, due polo, gonnellina a pieghe, tre paia di calzini corti. ovviamente fascia per la fronte (che dovrebbe assorbire il sudore che non ho mai versato con una racchetta in mano) e polsini coordinati. se mia madre-NonnaPapera dovesse leggere è pregata di aggiungere eventuali dimenticanze, sarò lieta di convenire sul fatto che sono state delle spese inutili.
divagazione a parte, anche nel caso della gravidanza il primo trimestre è stato all’insegna dell’attrezzarsi.

  • una volta scoperta la novità della gravidanza, il mio istinto mi ha fatto catapultare immediatamente in una libreria. bisogna specificare che nel frattempo, se non altro saggiamente, ho sviluppato una crescente passione per i libri che considero le attrezzature fondamentali per affrontare qualsiasi cambiamento, in particolare i viaggi come questo con destinazione ignota. e quindi sono andata da BORDERS (non è la mia libreria preferita qui a new york — anzi — ma mi ci trovavo comoda), ho preso una pila enorme di libri a tema dallo scaffale pregnancy e mi sono accomodata sulle comfortable poltroncine gentilmente offerte dalla casa. dopo un attento esame di qualche ora son tornata a casa con il mio primo compagno di viaggio: the pregnancy bible, your complete guide to pregnancy and early parenthood. non so perché l’ho scelto fra tanti. no, bugia, lo so, ma mi vergogno di dire che l’ho fatto perché aveva tante immagini e tabelle. mi sembrava abbastanza fruibile senza chiedermi troppo sforzo nel tradurre costantemente. leggo tanto altro in lingua, proprio questo volevo fosse facile… non volevo che mi richiedesse fatica, ne stavo già facendo tanta per altri versi. e così i primi tempi sono andata avanti così, fantasticando sulla mia prossima visita in italia quando avrei finalmente svaligiato una libreria vera e sfogliando le pagine della mia bibbia illustrata, leggiucchiando qua e là. salvo dover distogliere lo sguardo dal capitolo looking great — your maternity wardrobe dove venivano ritratte aspiranti mamme vestite in maniera raccapricciante, nella peggiore accezione del cliché della donna americana in sovrappeso… per fortuna sull’abbigliamento ho trovato altre fonti più vicine al mio gusto.
  • e infatti il passo successivo è stato l’ingresso ufficiale nel mondo premaman: destination maternity, un paradiso di due piani con fantastici manichini con pance di varie dimensioni, ma tutte con l’inconfondibile forma a meloncino. con vestiti veri, colorati, sfiziosi, briosi, allegri. le commesse ti salutano all’ingresso e ti offrono da bere: acqua o succo di frutta. ti offrono educata consulenza altrimenti ti lasciano curiosare e provare in camerini più grandi della camera di pappalupino tutti forniti di una cosa meravigliosa: la protesi-pancione di gommapiuma!!! ecco, io non ne avevo mai vista una. e forse può sembrare un po’ trash, ma durante il primo trimestre, quando si sta come stavo io, vedersi riflessa in uno specchio con il pancione e un vestitino carino tagliato sotto il seno, può far rasentare la vera e propria eccitazione, perchè ti sfiora un futile, compiaciuto, fatuo, ma gratificante pensiero: posso essere bella anche da mamma. e in qualche momento ce lo meritiamo tutto. comunque, dopo questo momento fondamentale, sono tornata a occuparmi della mia attrezzatura e viste le temperature che iniziavano a calare ho aggiunto al mio kit di sopravvivenza una bella fascia elastica, una versione soft della panciera, in microfibra. quasi ogni mattina di lì a natale l’ho indossata avendo così la sensazione di proteggere questo germoglio di cui ancora non comprendevo a fondo l’esistenza. è stato un bel rituale, tutto mio.
  • a correre ai ripari del mio languore nelle letture di sopravvivenza sono arrivati l’amicA, la SaggiaCognataGiàMamma e i Nonni. e ho potuto così rimpinguare il mio pregnancy shelf con: il diario della gravidanza una guida giornaliera che racconta l’evoluzione del piccolo e del corpo della mamma, più citazioni sul tema bimbi, consigli alimentari (attenzione però, è un libro americano, i consigli non sono sempre ortodossi) e spazi da poter compilare con note, misure di pancia e peso. avremo un bambino malloppo di più di 500 pagine, utile ed esauriente su qualsiasi dubbio in proposito. che cosa aspettarsi quando si aspetta che io avevo scartato in inglese perché cicciotto e con poche figure, ma davvero una manna da consultare nella propria lingua quando si ha bisogno di rassicurazioni. più che dare riferimenti scientifici riporta le esperienze di tante donne, confermando quanto di variegato ci sia nella gravidanza e nel parto, suddividendo il tutto mese per mese. le coccole dei nove mesi che spiega un metodo di comunicazione con il nascituro attraverso la musica e gli esercizi di rilassamento. da prendere nella dose suggerita dalla propria sensibilità. infine nomi & nomi che ci sta sempre.
  • ridiscendendo alle necessità più strettamente carnali, indispensabili per me si sono rivelati i crackers o fette biscottate, che riuscivano a lenire le nausee assorbendo un po’ i succhi gastrici in circolo. e quindi era una di quelle cose che, se riuscivo a trovare la forza di mettere il naso fuori casa, mi portavo sempre in borsa.
  • altro compagno indispensabile si è rivelato l’olio di mandorle, che, per chi odia come me l’unticcio addosso, funziona anche spalmato durante la doccia su tutto il corpo. un altro effetto collaterale per me è stata la disidratazione. pelle secchissima e conseguenti pruriti dappertutto. scene imbarazzanti in autobus sotto i cinquantadue strati di lana e piuma d’oca…
  • infine un regalo dei Nonni che ha rappresentato un dolcissimo simbolo di maternità. il campanellino degli angeli. ho scoperto che ha tanti nomi, il mio si chiama così. è un sonaglino attaccato a una catenina lunga fino all’ombelico, che dovrebbe coccolare il piccoletto con il suo flebile e angelico suono. dovrebbe anche restare un suono che riporta il bimbo alle confortevoli sensazioni del periodo prenatale. e potrebbe essere un suono che calmerà eventuali momenti di isteria del poppante. questa è la leggenda. per ora posso solo dire che è stato un bijou che ho indossato poco prima di natale e indosso ancora ogni giorno, come coccola della MiaMamma a me.

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