lezioni di mammita'

tuffo nell’americanità

1 Commento 29 Ottobre 2008

questa la devo raccontare
brevemente, di corsa, ma non può essere taciuta.
sabato scorso siamo andati a casa di una famiglia di americani veri.
poco fuori new york, a nord. in campagna. o meglio in quel particolare paesaggio americano che abbiamo visto tante volte nei film. alberi frondosi e fruscianti che nascondono, appena oltre il ciclio di stradoni poco trafficati, casette di legno dipinto di bianco con tetti spioventi e immancabile bandiera a stelle strisce sventolante sull’uscio. garage limitrofo all’abitazione, rigorosamente aperto a mostrare l’attività di bricolage a cui i padroni di casa si dedicano.
sabato scorso era giornata di zucche. per cui oltre la serranda alzata del garage dei nostri ospiti campeggiava un tavolone con decine di zucche arancioni di ogni forma e misura. e attorno al tavolo, indaffarati quanto i più professionali artigiani, grandi e piccini intenti a intagliare la propria zucca.
io e il marito siamo stati subito coinvolti e nell’imbarazzo del primo momento abbiamo preso solo una zucca per due, la più piccola. però ne abbiamo fatto un’originale ny skyline pumpkin con tanto di luna.
poi finalmente siamo entrati in casa: il classico ambiente country. mega living con divani, cuscinoni, moquette e tappeti; cucina a staffa di cavallo con una marea di elettrodomestici, megafrigo con freezer a cassettone stracolmo di provviste, isola, sala da pranzo a vista con tavolo per dieci; scale di legno e zona notte al piano superiore. una di quelle case che, a livello di struttura, io mi sogno pure di notte. ovviamente avrei detto qualcosa a proposito dell’arredamento, ma mettiamoci che dalla vetrata a parete del living si accedeva ad un grande terrazzo sul verde che mobili e rivestimenti passano decisamente in secondo piano!!!
comunque la cosa divertente è stata osservare questi huge americans interagire tra loro, in un territorio per loro molto familiare.
innanzitutto l’80% degli intervenuti a questo party, nonchè tutti i residenti in un breve raggio da quella casa, erano oversize. tutti: mariti, mogli e figli. tutti grandi e grossi. e dimostravano tutti molti più anni di quelli che avevano.
poi non erano per niente socievoli. cioè, se attaccavi bottone ti rispondevano, ma per il resto si scambiavano battute su cose che sapevano solo loro e basta. argomenti: ristoranti e hobby.
infine tutti quelli che arrivavano, passavano dal garage per fare la zucca e poi si piazzavano davanti a uno dei piatti allestiti dal padrone di casa con "stuzzichini" d’intrattenimento fino alla cena.
qui è d’obbligo il menu (per altro davvero ben organizzato, visto che alla fine si è cenato in una trentina di persone inclusi i bambini)
 
aperitivo
hot apple cider (delizioso!!! devo imparare a farlo!!!)
crudités con hummus
mini pretzel
tagliere di formaggi con salse varie (inavvicinabili per noi)
salami indigeni (…anche no…) con altre salse
delle specie di piadine croccantissime (sembravano patatine per quanto scrocchiavano, ma erano di farina)
 
cena
chili di carne
polpettine speziate al sugo
fagiolata messicana
riso thailandese
 
insalatona verde con pomodorini
vari condimenti da aggiungere a piacere all’insalata base (dall’erba cipollina sminuzzata, alle olive, al succo di pomodorini verdi, al formaggio, alla salsa di yogurt)
 
apple cake
cranberry cake
muffin al cioccolato con glazza a forma di zucca
… e poi c’era una bislacca crostata con crema pasticcera e fragole (fatta da me… la base si era, come dire?, biscottata un po’ troppo nel maledetto forno a gas che ancora non ho imparato a gestire, la crema era venuta un po’ troppo liquida, e durante il trasporto in auto le fragole avevano fatto marmellata con la crema… ma tutti quelli che l’hanno assaggiata hanno detto very gooooood… cortese ospitalità o brutta ma buona? non lo sapremo mai!)
 
la bevanda consumata in larga misura è stata la birra, di cui tutti avevano una bottiglietta in mano alla homer simpson.
 
tutto era servito con materiale rigorosamente plastico in arancio e nero. solo i tovaglioli erano di carta. arancio e neri.
 
dopo cena siamo andati via, nel frattempo stava venendo giù un diluvio pazzesco.
e le luci di new york in lontananza, offuscate dal temporale, esercitavano la loro adrenalinica attrazione — se possibile — ancora un pochino di più.

I tuoi commenti

1 commento

  1. Unknown ha detto:

    Che figata di giornata da vera americana che hai trascorso! Grande! certo il menù..come dire..leggero! Senti ciccina innamorata di questa città, sono due giorni che ti cerco per il mio arrvo a new york. Mi servono info anche su le carte di credito valite..tipo circuito master finziona? e’ lunga da raccontare ora, ma se vai sul mio blog capisci! Beh dovrei arrvare intorno al 27-28 novembre e ritornare per il nove dieci… che ne dici? aspetto news presto presto! baciiiiiii


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