lezioni di mammita'

welcome Ike

0 Commenti 10 Settembre 2008

si dice continuamente che New York sia la capitale della velocità. be’… è talmente rapida che l’altro ieri ero in sandali e camicina di cotone e ieri ho dovuto indossare tailleur con giacchetta di cotone aggiuntiva, sciarpa e impermeabile. e in metropolitana avevo freddo, ovviamente.
noi abbiamo il marzo pazzerello, qui il settembre stronzo, ossia the hurricane season.
è arrivato Gustav, poi abbiamo avuto il piacere di trascorrere un meraviglioso sabato in casa con Hanna e adesso è la volta di quel simpaticone di Ike.
l’unico lato positivo è che puoi iniziare a sfoggiare i primi acquisti autunnali senza sembrare totalmente una cretina.
peccato che tutti i miei stivali siano ancora in Italia (anche se sono praticamente in viaggio) ma soprattutto che quelli da pioggia resteranno lì perchè qualcuno mi ha consigliato di lasciarli a casa: "Li hai messi solo due volte a Roma, da quando ce li hai, perchè dovrebbero servirti a NY?" Ovviamente allora non avevo in tasca la storia della hurricane season, per cui i miei stivali da pioggia rosa a fiorellini lilla sono rimasti nell’armadio di Roma. nessuno potrà portarmeli in tempo e io sono costretta ad andare in giro con le uniche scarpe chiuse disponibili al momento: un paio di inconfutabilmente bianche e irrimediabilmente pioggia-incompatibili superga.
Ora, nell’economia del mio guardaroba (e del fondo stanziato per lo shopping a ny) comprare un altro paio di stivali di plastica da usare solo quando piove (in realtà solo quando di prima mattina le avvisaglie temporalesche sono chiare, altrimenti ciccia) non è propriamente quello che si dice un acquisto ragionato e funzionale. del resto queste non sono propriamente parole che appartengono al mio vocabolario e per giunta vedere le altre ragazze con short o little dress e stivali dai quali spunta il calzettone mi fa perdere gli ultimi neuroni coi quali sto schiacciando questi tasti. indi per cui credo che c’è solo da decidere quali comprare.
 
… o forse aspettare domani, quando il sole brillerà di nuovo e il bisogno sarà deviato verso degli irrinunciabili glasses all’ultimo grido.
 

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