Stamattina un’amica ha intercettato la mia ansia, il mio angosciato malumore e mi ha scritto questo:
«Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse)».
Dino Buzzati, In quel preciso momento, 26 ottobre 1957
:-*
Io ce l’ho sempre lì, stampato, vicino al piccì.
Ce l’hai Buzzati fra le tue letture? Amolo.
devo fare altrettanto!
buzzati lo conosco bene solo sul versante teatro. romanzi non ne ho letti. da cosa mi consigli di cominciare?
Un amore.
Il deserto dei tartari.
Poi i racconti. Poi tutti gli altri romanzi (non sono tanti,5 o 6 in tutto).
ok, parto!
Un amore
e’ l’unico che ho letto e in effetti ce l’ho ancora vivido nella mente 🙂
anch’io!
Ma che fai sabato, vieni!?!?
Daiiiii…!
mi sa che non ce la faccio, mio padre e mia sorella mi fanno un’improvvisata!
uffa che non vieni!!!
ci speravo tanto!!
Si, scrivi anche per me, che mi riempio l’anima delle tue splendide parole… Lo sai che non vedo l’ora di leggere un tuo romanzo, no? 😉
grazie duda 🙂
chissa’, magari da grande 😉