lezioni di mammita'

il mio regno per una vestaglia — attimi di panico a New Millford, Connecticut

10 Commenti 26 Maggio 2009

abbiamo deciso di partire questo week-end. ieri era il memorial day e ne abbiamo approfittato per andare qualche giorno in new england. il DIA a beacon e poi boston, coi tempi dettati da condizioni meteo e ripercussioni della pancia su mia andatura e autonomia.
sabato notte abbiamo avuto un’avventura indescrivibile, niente di vietato ai minori, benché inizi nel cuore della notte con il MaritoOcchiDaOrientale che mi scuote dal sonno atavico in cui versavo accaldata e sudaticcia.
quando sono riuscita ad azionare i sensi, sono stata assordata da un allarme insistente. associando il calore che sentivo in quello stato di latente coscienza notturna che fatica a diventare incosciente reazione e le battute fatte durante il giorno sulle casette prefabbricate dei tre porcellini che popolano i villaggi del new england, ho detto: sarà l’allarme antincendio…
MaritoOcchiDaOrientale apre la porta della camera: stanno scendendo tutti, vèstiti, dobbiamo uscire.

vèstiti?

io ho infilato le ciabattine ed ero fuori dal letto.
(son tornata solo un attimo sui miei passi per acchiappare al volo la borsa e… il MacBook… lo ammetto… ma non ho preso neanche l’alimentatore, né la custodia rosa, solo lui, nudo e crudo che già me lo vedevo annerito dalle fiamme…)

compatibilmente alla mia andatura e al fatto che eravamo comodamente locati al primo piano ci siamo fiondati giù dove un primo gruppetto di persone occupava serenamente le sedie del patio in attesa di istruzioni. l’allarme continuava a penetrare nei timpani e io all’aria aperta ricominciavo finalmente a respirare, dopo l’ondata di ansia e panico.
guardavo il MaritoOcchiDaOrientale e non ci capacitavamo di quello che stava succedendo. l’allarme persisteva, fiamme non se ne vedevano e personale dell’albergo neanche…
la gente continuava ad arrivare alla spicciolata, neppure troppo agitata. qualcuno si infilava una scarpa arrivando, ma nessuno correva. qualcuno rideva pure. mani in tasca, sbadigliando, arrivava molleggiando verso l’uscita, senza guardare in faccia nessuno, senza chiedere. fuori faceva freddo. per quanto le temperature siano primaverili, erano le tre del mattino.
a me sembrava di stare in un’installazione surreale quando il MaritoOcchiDaOrientaleCheNelFrattempoStavanoSchiudendosi mi propone di risalire in camera per prendermi qualcosa per coprirmi.
io ancora in stato di allerta: tu non ti muovi da qui!

finalmente arriva una coppia che immaginiamo poi essere i proprietari dell’albergo con una grande confezione di bottigliette d’acqua (lo dobbiamo spegnere noi l’incendio???). a me, vista la pancia, mi offrono del tè (???) continuando a chiedere scusa… e finalmente ci spiegano: dicono che i vigili del fuoco stanno arrivando, l’allarme è stato erroneamente attivato da qualcuno, quindi possiamo tranquillizzarci, ma dobbiamo aspettare che la procedura si sia conclusa.
a quel punto mi rilasso, rientro nell’ingresso dell’albergo, mi siedo su una poltrona e comincio in maniera più lucida a rendermi conto dell’accaduto.
ero seduta in questo albergo stile casa nella prateria e mi intravedevo in uno specchio dell’ingresso. con il mio pigiamino rosa a stelline rosse. miracolosamente la sera prima mi ero struccata. avevo gli occhiali, ma i capelli erano tutto sommato in ordine.
il MaritoOrmaiOcchiDaCivetta aveva il suo pigiama rosso, con pantalone scozzese.
mentre pensavo che avevo lasciato a casa la mia bella vestaglia rossa come le stelline del pigiama, che mi avrebbe fatto sentire molto più a mio agio in quella baraonda, mi sono guardata intorno.

diciamo pure che gli americani non sono noti per il loro stile nell’abbigliamento e noi italiani, come cliché, siamo invece molto più curati. ma assodato questo, gesummio, quella notte io ho visto cose che… che descrivere sarebbe riduttivo. cioè era chiaro che non contemplassero minimamente una tenuta da letto. guardavo attonita questa sfilata degli orrori, gente scalza su quella moquette che diosolosà, bambini in mutande… e mi chiedevo: ma cristoforo colombo non gliel’ha portati un paio di pigiami???

ovviamente una vestaglia è davvero chiedere troppo.

I tuoi commenti

10 Commenti fin'ora

  1. wasperina ha detto:

    noi italiani siamo più stilosi, non c’è che dire!!!

  2. Mamma in 3D ha detto:

    Sì è vero, noi siamo sempre i più fighetti e ci prendono anche in giro per questo.
    Ma, fammi capire, allora quei bellissimi pigiamini (così aderenti che fanno morir dal ridere sulle gambe magroline) che per i miei bambini riesco a trovare solo lì da Gap e Oshkosh… li producono apposta per gli italiani?

  3. caia coconi ha detto:

    @mammain3d da notare che anche i nostri pigiami (mio e di mio marito) erano di GAP acquistati qui…

    mi fai pensare che sì li fanno solo per noi…

  4. EricaML ha detto:

    che ridere!!!

  5. Nicky ha detto:

    e io che pensavo di aver avuto una nottataccia 🙂

  6. PaolaFrancy ha detto:

    dai, guarda il lato positivo … almeno hai potuto fare un po’ la figa con il tuo bel pigiamino ( anche se dubito che quella gente lo abbia notato ) …
    pensa se fossero arrivati i giornalisti, cioè … vuoi mettere? tu avresti trionfato su tutti e magari saresti finita su tutte le prime pagine come icona dello stile da “aiuto, scappiamo c’ è un incendio” !
    paola

  7. 2Gemelle ha detto:

    fino a qualche anno fa ho lavorato con diversi colleghi made-in-USA e… ti capisco!
    Non li ho mai visti in tenuta notturna ma quella diurna bastava: scarpe nere, pantaloni marroni, calzini bianchi, camicia verde, maglione rosso… peggio che a Carnevale!!!
    E loro erano i primi a dirmi che si’, loro non riescono ad avere la capacita’ di azzeccare le affinita’ tra gli indumenti.
    Noi si lavora in un’ambiente altamente informale, non oso immaginare come vadano vestiti i banchieri in USA… :-)))

  8. beba ha detto:

    Per fortuna non è successo nulla e puoi raccontarlo con un sorriso…

  9. Maria Chiara ha detto:

    (internet di casa out of order, sono a rimorchio a casa dei miei…)

    gli americani s’ò strani forte, cmq io me la sarei fatta sotto, o forse leggendo solo e non vivendolo sembra peggio di quello che è stato in realtà…
    tutto è bene quel che finisce bene, diceva un tale…

    baci

  10. solitaMente ha detto:

    Dopo una prima attonita e sorpresa lettura mi hai fatto morire dalle risate … anche in questo siamo e rimaniamo ITALIANI! 🙂


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