lezioni di mammita'

hic et nunc — lezioni di mammità

6 Commenti 05 Febbraio 2009

faccio un attimo il punto.

17 settimane e 3 giorni. a un passo dal tuffarmi nel quinto mese.

nel frattempo tutto va meglio. passate le nausee la vita torna a sorridere. si può persino ricominciare a guardare il marito con occhio languido. ma la cosa più bella è che la pancia comincia ad avere un suo perché, ma il parto è ancora lontano anni luce per poter rappresentare un’ansia.

insomma: tutta vita!

hic: new york, attualmente 9°C sotto lo zero. un bel tappeto di neve che rende indispensabili le mie meravigliose timberland da combattimento. il sole splende e il cielo è terso e di un azzurro intenso.

nunc: sono in piedi da cinque ore*, dedicate quasi interamente a discutere con la compagnia aerea che mi ha spostato di due giorni il mio volo aereo per l’italia, rimbalzandosi la responsabilità col portale online intermediario dell’acquisto dei biglietti.

queste sono le situazione che tirano fuori il peggio di me: l’impotenza di fronte alla superficialità, l’ignoranza e il menfreghismo della gente. il tutto garantito dalle falle di un sistema che non mette le etichette delle responsabilità. questo mi fa diventare una iena.

quando ero piccola mi si spiegava che nella vita ognuno paga i propri errori.
una volta, era estate, mi trovavo con NonnaPapera e NonnoLupoDiMare, allora semplicemente Mamma e Babbo, in villeggiatura in un paesello sperduto della grecia. io avrò avuto cinque o sei anni. ero stranamente esagitata (stranamente esagitata, perchè si narra che fossi una bambina tranquilla e posata e non dessi mai fastidio) ed entrando in un negozio con la mamma ruppi un’orribile tazzina bianca e blu. la Mamma mi aveva detto di restare fuori dal negozio col Babbo perchè lì dentro c’erano “cose che si rompono”, ma io, cocciuta, ero entrata lo stesso. mi ricordo ancora la sensazione del vestitino che sfiora lo scaffale e si tende, incappando in qualcosa, poi il crash e il mio immediato sguardo perduto verso la Mamma. e mi ricordo perfettamente il suo sguardo di disappunto che mi fece correre fuori a piangere. la Mamma dovette pagare quella schifezza di tazzina che le fu incartata. mi ricordo che oltre allo sguardo ci fu solo un “te l’avevo detto di restare fuori, ora hai visto? ho dovuto comprare questa inutile tazzina”. con tono arrabbiato però. nient’altro. io ricordo solo quanto era pesante quel sacchetto di cocci perfettamente incartati nei fogli di un giornale (greco). che poi era anche un po’ il peso del disappunto di mia madre. il peso dell’errore.
non so se ha molto senso quello che sto raccontando, ma probabilmente se mia madre avesse detto che non ero sua figlia, o avesse detto che la tazza era già rotta, lì per terra, da quando era entrata, e che quel crash era una finestra sbattuta dal vento in strada, o che era passato un gabbiano e l’aveva rovesciata lui la tazzina e sua figlia non c’entrava niente… be’, forse io non avrei vissuto quel terribile pomeriggio con quel peso di cocci addosso. e mi sarei fatta una risata.
e forse oggi non starei piangendo ricordando questa cosa. forse oggi non avvertirei così pungente la frustrazione per dover pagare un errore che non dipende da me.
la verità è che dopo mille discussioni, telefonate intercontinentali, mail in tutte le salse, io dovrò pagare quache centinaia di euro una stupida e brutta tazzina che davvero non ho rotto io.
e il pacchetto di cocci in carta di giornale ce l’ho sempre attaccato al polso, senza poterlo rendere a nessuno.

allora, a proposito di lezioni di mammità, cosa bisogna insegnare ai figli perché siano felici nella vita? a scappare se rompono una tazzina e far finta di niente o ad attaccarsi al polso l’incarto di cocci, sbatacchiandoselo sulle ginocchia, piangendo a testa bassa?

*ehy, qui a new york ci sono sei ore in meno, non sono mica un bradipo che dorme fino a pomeriggio!!!

I tuoi commenti

6 Commenti fin'ora

  1. Wonderland ha detto:

    Congratulazioni!!!!
    E beata te che vivi a NY, meravigliosa!

  2. Extramamma ha detto:

    Ciao, goditi il secondo trimestre che è il meglio, sarai quasi una persona normale ma più felice (quando gli ormoni non ti fanno scherzi). Le compagnie aeree invece purtroppo li fanno in tutti i trimestri, di tutti gli anni, di tutti i secoli.
    Anch’io oggi avevo addosso le tue scarpe, quindi felice di conoscerti, ciao extramamma

  3. sensorario ha detto:

    Guarda io sono a 34 settimane e vivo a sydney
    lezioni per fare le mamme non le danno nemmeno qua a testa in giu’ ma una cosa te la posso dire… se -9 ti semnra una brutta temperatura prova i 40 australiani col pancione e poi ne riparliamo!
    ciao!

  4. MAMMA AL QUADRATO ha detto:

    Di getto mi verrebbe da dirti insegnamoli a scappare e a far finta di niente che i menefreghisti vivono meglio…poi secondo me faremmo tutti come tua mamma…

  5. Anonymous ha detto:

    brigitte…tu lo sai già cosa farei con le eventuali tazzine rotte…e sono sicura che sapresti anche dare forma e nuovo slancio a una schifezza di tazzina in frantumi!
    Buona giornata 🙂
    elly

  6. L. ha detto:

    ho rotto troppe tazzine per poter rispondere.


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