nella mia rincoglionitaggine venerdì avevo del tutto dimenticato il fatto che fosse halloween, al che mi son trovata ad andarmene in giro al solito col naso all’insù per le vie del village intorno a casa per sbrigare cose e cercare posti.
me la ridevo, ignara dell’ironia della sorte, di quanto i newyorkesi fossero stravaganti, di quanto le divise scolastiche fossero ammiccanti, di quanti chierici se ne andassero improvvisamente a passeggio… ovviamente quando al momento di chiedere un’informazione a un poliziotto ho notato un’imbracatura di cinturini di pelle che gli metteva in risalto un enorme pacco, ho iniziato a farmi venire qualche dubbio che qualcosa non andasse per il verso giusto.
ed ecco all’improvviso l’illuminazione: l’uscita da scuola. frotte di bambini-supereroi, bambini-animaletti, bambini-cartoni animati, bambini-non ben identificati che inondano le strade con mamme o tate in improbabili maglioni a strisce arancio e nere… un’invasione di maschere, un’inspiegabile tumulto di urla, frenesia all stato puro… di quelle scene da film horror non aprite quella porta. ma io la porta l’avevo aperta ed ero nel bel mezzo di questa scrosciante baraonda… meglio tornarmene a casa, al sicuro da trick or trheat minacciosi…
ossessionata dall’immagine dell’imbracatura di pelle e borchie ho alzato il passo facendomi strada fra trans reali o per un giorno, bambini mostruosi e squillo per caso o vocazione. all’improvviso non ero solo straniera, ero fuori luogo, inappropriata, inadeguata e soprattutto normale.
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