lezioni di mammita'

I had a flashback of something that never existed

0 Commenti 28 Settembre 2008

oggi piove
oggi ci si poteva riparare ovunque
ma al guggenheim ci si poteva anche perdere
nelle spire di un percorso
tra forme e corpi,
architetture e figure umane che si confondono.
 
 
corpi che si nascondono e ambienti che si svelano
 
strutture totemiche ma non primitive
composite e contenitive
come individualità inconciliabili,
essenze di incomunicabilità.
composte di tasselli ereditati dall’infanzia
ed eletti a nuova identità
non necessariamente adulta
bensì giocosa, ammiccante
quando non snaturata in un tentativo
di ordine serioso e razionale
 
 
 
forme sferiche
bolle voluttuose
protuberanze tondeggianti
che stanno
come fatti o ricordi
isolati fino a riapparire
 
 
in un paesaggio lunare
o fra distese di velluto a luci rosse
che raccontano un passato doloroso
accessibile solo attraverso un sacrificio estremo.
il simulacro di un amore
la distruzione del padre
 
 
 
è un passaggio nella memoria
in cui le atmosfere sono racchiuse
in paraventi fatti da porte che si ripiegano su se stesse.
talvolta lasciano spiragli da cui osservare,
talaltre fessure da cui spiare,
o riflessi di specchi attraverso i quali riordinare
 
 
e curve, contenitori, tessuti sfilacciati,
legno e metallo recuperato
 
 
 
 
visioni domestiche reinventate,
condensate dietro un vetro appannato
o sotto strati di polvere accumulata
 

mani che significano
che legano il ricordo al cuore
 
scale che si attorcigliano su se stesse

gradini che portano più su
semplicemente dal fuori al dentro
un dentro circoscritto,
sempre contanuto tra grate e assi di legno.
 
 
 
 
talvolta s’insinua la follia
(in una camicia, in una tazza)
come un filo lasciato impigliato
sfuggito al controllo,
ma tutto è risolto in uno spazio
che nell’insieme si regge
tanto per un profondo equilibrio interno
quanto per una forte motivazione interiore
 
 
Louise Bourgeois — retrospective of an artist
 
"it’s not so much
where my motivation
comes from
but rather
how it manages
to survive"
 
 
nonostante la forte carica emotiva che la temporanea richiedeva e risvegliava
la parte permanente — appunto vissuta ahimè ad uno stadio molto più superficiale —
mi ha lasciato una chicca
di quelle che passi e realizzi dopo
rigiri la testa di scatto e zacchette
coup de foudre
Le moulin de la Galette di Pablo Picasso
 
cappellini, labbra rosso lacca e lampioni illuminati.
c’è qualcosa di più struggentemente francese
e più nostalgicamente europeo?

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